Alto Adige/Sudtirolo 1918-1999
Rolf Steininger, Alto Adige/Sudtirolo 1918-1999, Studienverlag, Innsbruck-Wien 1999 (120 S.)
ISBN 3-7065-1350-1
La storia del Sudtirolo nel XX secolo rispecchia una parte della storia d'Europa: l'oppressione di una minoranza da parte del fascismo; l'alleanza dei dittatori Hitler e Mussolini che nel 1939 portò alla Opzione, ad un esperimento di "pulizia etnica", dopo il 1945 la mancata riunione all'Austria per colpa della "guerra fredda" e la concessione di un'autonomia rivelatasi fittizia che provocò attentati dinamitardi e morti; infine col Pacchetto del 1969 la seconda fase di un autonomia oggi considerata da molti esemplare.
Indice
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Premessa |
7 |
I. |
1918-1922: Dallo smembramento alla "marcia su Bolzano" |
9 |
1. |
Smembramento ed annessione |
9 |
2. |
24 aprile 1921: La "domenica di sangue" a Bolzano |
12 |
3. |
l° ottobre 1922: La "marcia su Bolzano" |
14 |
II. |
Ettore Tolomei |
17 |
III. |
1922-1938: La politica fascista nel Sudtirolo |
24 |
1. |
Proibito il nome "Tirol" |
24 |
2. |
La repressione della stampa tedesca |
26 |
3. |
L'italianizzazione della scuola |
27 |
4. |
La "scuola delle catacombe" |
29 |
5. |
Ulteriori misure |
31 |
6. |
Il Monumento alla Vittoria ed altri monumenti |
33 |
7. |
La distruzione dei monumenti sudtirolesi |
37 |
8. |
La zona industriale di Bolzano |
38 |
IV. |
1939: Le Opzioni |
41 |
1. |
Il "Völkischer Kampfring Südtirols" (VKS) |
41 |
2. |
L'annessione dell'Austria al Reich |
42 |
3. |
L'Accordo Hitler-Mussolini |
43 |
4. |
La reazione del "Völkischer Kampfring Südtirols" |
47 |
5. |
Espatriare o restare? La discordia fra i sudtirolesi |
49 |
6. |
La Chiesa |
52 |
V. |
1940-1945: Esodo e "riunificazione" |
54 |
1. |
L'esodo |
54 |
2. |
Il Gauleiter Franz Hofer |
57 |
3. |
La resistenza |
59 |
4. |
La fondazione della "Südtiroler Volkspartei" (SVP) |
60 |
VI. |
1945-1948: L'Accordo De Gasperi-Gruber |
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Primo Statuto di autonomia e "Decreto per gli optanti" |
62 |
VII. |
1948-1969: Dall'Autonomia apparente al Pacchetto |
73 |
1. |
"Via da Trento!" |
73 |
2. |
Il ricorso all'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) |
76 |
3. |
Gli attentati |
80 |
4. |
Il Pacchetto |
84 |
VIII. |
1969-1999: Dal Pacchetto ad oggi |
88 |
1. |
Primi provvedimenti |
88 |
2. |
Il censimento del 1981 |
91 |
3. |
Rinvii e parificazione della lingua tedesca |
92 |
4. |
1984: Commemorata la liberazione del Tirolo del 1809 |
93 |
5. |
I successi elettorali del Movimento Sociale Italiano (MSI) |
94 |
6. |
La protesta degli Schützen |
96 |
7. |
1992: La Quietanza liberatoria |
97 |
8. |
Gli sviluppi dal 1992 |
100 |
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Conclusione |
106 |
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Annotazioni |
109 |
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Bibliografia |
113 |
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Indice dei nomi |
116 |
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Premessa
Ingrandendo, come sotto una lente, la storia del Sudtirolo nel XX secolo, vi troviamo condensata una parte della storia europea. C'è tutto: la prima guerra mondiale con le sue conseguenze disastrose; i "trattati di pace" che invece fecero sorgere ed acutizzarono numerosi problemi delle minoranze; il Sudtirolo, con popolazione a stragrande maggioranza di lingua tedesca, territorio austriaco per più di cinque secoli, assegnato come "bottino di guerra" all'Italia, con confine al Brennero; la debole Austria, impotente a sostenerlo; l'oppressione di una minoranza da parte del fascismo; le ripercussioni del nascente nazismo; infine nel 1939, a conclusione di una prima fase,1'accordo fra Hitler e Mussolini, che stava per diventare un esperimento di "pulizia etnica", di eliminazione di una minoranza etnica. Nella cosiddetta Opzione 86 sudtirolesi su 100 decisero di abbandonare la patria per diventare tedeschi del Reich; circa 75.000 espatriarono effettivamente. Le conseguenze di quella decisione si possono perseguire dai massimi livelli fino al più piccolo paese e non sono ancora dimenticate neppure oggigiorno.
Poi il secondo conflitto mondiale con l'Italia dapprima da una parte e poi dall'altra, con le relative ripercussioni sul Sudtirolo. Nel dopoguerra un'Italia che si dichiarava democratica ed un Sudtirolo che finì presto fra gli ingranaggi della guerra fredda; perciò i vincitori gli ricusarono la riunione all'Austria, e restarono fedeli al confine del Brennero. Nel settembre 1946, grazie alla pressione dei britannici, si giunse fra l'Italia e l'Austria ad un accordo per l'autonomia del Sudtirolo. Ne assunse la "funzione di tutela" l'Austria della seconda repubblica, occupata, debole, attiva progressivamente dal 1955 in poi, dopo aver riacquistato la propria sovranità.
Nel 1948 l'Italia concedette al Sudtirolo un'autonomia rivelatasi fittizia. Alla fine degli anni cinquanta le speranze deluse inasprirono la situazione; si reclamò l'autodecisione e poi un'autonomia effettiva. Seguì il ricorso dell'Austria al'ONU, accompagnato nel Sudtirolo dagli attentati dinamitardi, che in seguito causarono anche morti. Infine nel 1969, col Pacchetto, si avviò la seconda fase dell'autonomia. Dopo decenni di negoziati, nel 1992 si dichiarò ufficialmente chiusa la controversia fra l'Italia e l'Austria; la nuova autonomia del Sudtirolo potrebbe servire da modello per risolvere i problemi del rinato nazionalismo del tardo XX secolo.
Innsbruck si trova a circa 40 chilometri dal Brennero; a sud del confine molti turisti germanici restano sorpresi di sentir parlare in italiano e di vedere una toponomastica bilingue; viceversa parecchi turisti italiani giungendo oltre Salorno si meravigliano di sentir parlare in tedesco. Tanto gli uni quanto gli altri, gustandosi un cappuccino in piazza Walther a Bolzano, si chiedono forse come ciò sia potuto avvenire.
Nel Sudtirolo i due gruppi etnici sono vissuti per decenni l'uno contro l'altro; i tedeschi nutrivano una diffidenza giustificata, perché gli italiani si sentivano e si comportavano da padroni di casa, in una casa che non era la loro secondo gli originari. Per gli italiani i tedeschi erano "allogeni", di "origine straniera” o persino "valligiani dalle calze bianche"; anche dopo il 1945 gli italiani ritenevano non necessario capire la lingua degli "alloglotti", rispettare i loro usi e costumi, poiché il paese era territorio italiano e sarebbe rimasto tale. O invece no? Quel miscuglio di ignoranza e prepotenza doveva quasi fatalmente sfociare in un conflitto, come infatti avvenne.
Appena negli ultimi anni la diffidenza è diminuita; oggi i due gruppi vivono ordinatamente l'uno accanto all'altro, ma non ancora 1'uno d'accordo con l'altro. Uno dei motivi era ed è il fatto che gli italiani conoscevano e conoscono tuttora ben poco la storia della regione; in parecchi casi ciò vale pure per i tedeschi. Forse la lettura della presente storia dell' "Alto Adige/Sudtirolo 1918-1999” può contribuire a colmare tale lacuna.
L'autore tratta più diffusamente il tema nelle sue pubblicazioni "Südtirol im 20. Jahrhundert. Vom Leben und Überleben einer Minderheit", Innsbruck Wien 1997, terza edizione 1999, e "Südtirol im 20. Jahrhundert. Dokumente", Innsbruck - Wien 1999; sul periodo dal 1947 al 1969 nell'opera in tre volumi "Südtirol zwischen Diplomatie und Terror 1947-1969", che appare presso la Casa Editrice Athesia di Bolzano in concomitanza alla presente sintesi. Per ulteriori trattazioni sull'argomento, vedi la bibliografia.
Notabene per la traduzione:
"Südtirol" viene reso con Alto Adige solo quando è denominato così nei documenti, altrimenti col nome storico di Sudtirolo. Nel titolo appare "Alto Adige", perché fu la denominazione ufficiale della Provincia di Bolzano durante l'era fascista ed anche in seguito. Ora si è diffuso il nome Sudtirolo, non ancora ufficiale.
Nelle mie altre opere mi attengo ai nomi di località originali tedeschi; qui invece uso i nomi italiani, senza pretendere di proporre una soluzione al difficile problema della toponomastica.
Poiché raramente sono intesi i popoli nella loro interezza, si scrivono sempre italiani, tedeschi ecc. con lettera minuscola. Sovente per sudtirolesi s'intendono gli abitanti di lingua tedesca. Quasi sempre si parla di "due" gruppi etnici, mentre essi in realtà sono tre; ma purtroppo ambedue i gruppi maggioritari del Sudtirolo ignorano spesso praticamente i ladini.
Non è stato sempre possibile risalire al testo originale dei documenti italiani citati; ove è stato possibile appurarlo segue un'osservazione nelle annotazioni.